Articoli
Spazio dedicato alle attività di ricerca professionale, di studio e articoli destinati all'approfondimento di fonti scientifiche, sui rischi del Radon, sull'azione del gas radioattivo, sui metodi e le soluzioni per mitigarlo e risanare ambienti residenziali, luoghi di lavoro e impianti termali per meglio difendersi.
Rischio salute pubblica da esposizione al gas Radon
l'inalazione del gas radon induce o funge da concausa del cancro del polmone (foto tratta da: Radon Gas Manuale)
L'Italia è uno dei Paesi più radioattivi al mondo e quasi tutto il territorio nazionale è esposto al gas Radon, presente in quantità diversa da zona a zona e di ora in ora.
Il Radon causa un avvelenamento sintomatico e ciò significa che, agendo in modo diverso rispetto a tutte le altre sostanze radioattive, non produce gli stessi evidenti sintomi dannosi, non fornisce indicazioni significative dell'esposizione e non c'è modo nemmeno di avvertire per tempo le conseguenze deleterie sul nostro corpo.
Il gas Radon accumulato in determinati luoghi e ambienti della nostra casa o di lavoro (vedi dov'è), inalato anche a piccole quantità e secondo una prolungata e continuativa esposizione nel tempo, agisce sul nostro sistema causando cambiamenti fisici dannosi fino a condurre allo sviluppo del cancro ai polmoni.
Come detto, il Radon nell'atmosfera si disperde e si diluisce facilmente in un enorme bacino, mentre penetrando ed accumulandosi negli edifici perdura nell'aria interna delle case e l'esposizione domestica diventa un serio problema di salute pubblica.
Il radon decadendo rilascia elementi radioattivi, detti "figli del radon", che inevitabilmente respiriamo insieme al nostro gas nobile. Qui sta il pericolo.
Il pericolo per la nostra salute è imputabile ai "figli del Radon", perché questi ultimi, essendo elettricamente carichi si attaccano al pulviscolo dell'aria e una volta inalati penetrano nel nostro organismo tramite le vie respiratorie, si posano sulla superficie dei tessuti polmonari, proseguono a loro volta il processo di decadimento emettendo particelle α (alfa).
Tali particelle alfa causano alle cellule del nostro corpo effetti biologici in grado di danneggiare direttamente ed indirettamente il DNA delle cellule.
Studi evidenziano che:
- più alta è la concentrazione di gas Radon e maggiore è il rischio di tumore polmonare;
- più lunga è la durata dell'esposizione al radon e maggiore è il rischio di tumore polmonare.
La dimensione del rischio di contrarre il cancro ai polmoni aumenta proporzionalmente con l'aumentare dell'esposizione al radon e nella misura del 16% per ogni 100 Bq/m³.
Una particolare categoria di persone è particolarmente soggetta a contrarre il cancro ai polmoni e questa interessa soprattutto le persone fumatrici che si stima siano 25 volte più a rischio rispetto ai non fumatori.
Le Fonti
Regione Veneto, "Il Radon in Veneto. Ecco come proteggersi. Guida pratica alla misurazione del radon e alla bonifica delle abitazioni", 2001, a cura ARPAV, pg. 11, Laboratorio srl, Milano
(fonte: A citizen's guide to radon, EPA-Environmental Agency, 1992)
L'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti d'America (EPA) classifica il gas Radon come cancerogeno e dunque l'avvelenamento può condurre al cancro ai polmoni.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), attraverso l'International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato il Radon appartenente al gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l'essere umano
Studi effettuati in Europa, Nord America e Cina hanno confermato che in contesti territoriali residenziali, anche a basse concentrazioni di Radon, possono porre dei rischi assolutamente importanti per la salute e contribuire all'insorgenza di tumori polmonari.
Studi epidemiologici effettuati in 11 Paesi della Comunità europea, compresa l'Italia, ha messo in evidenza come l'aumento proporzionale della concentrazione da gas Radon, e la durata della esposizione, aumenti il rischio di tumore polmonare da concentrazione di radon di circa il 16% ogni 100 Bq/mc.
Mentre l'Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore polmonare addebitabile al gas radon è compreso tra i 1.000 e 5.500 unità ogni anno (la maggior parte dei quali fumatori, a causa della sinergia radon-fumo), su un totale annuale di 31.000 tumori polmonari.
Regione Veneto, "Il Radon in Veneto. Ecco come proteggersi. Guida pratica alla misurazione del radon e alla bonifica delle abitazioni", 2001, a cura ARPAV, pg. 10, Laboratorio srl, Milano
(fonte: Chronic disease reports: deaths from lung cancer, USA, 1989)
Che cosa è il Radon e come si forma
fonte: F. Benincasa, "Il gas radon e il suolo. Il rischio geologico che nasce dal suolo", 2023, pg. 19
Il gas Radon è un gas inodore, insapore e incolore, quindi non lo si può odorare, assaggiare né vedere ad occhio nudo. Tramite i nostri sensi, pertanto, non lo possiamo avvertire in nessun modo.
Ecco perché il gas Radon risulta pericoloso per la salute umana e quella degli animali. Si, anche quella dei nostri amici animali.
Il Radon, prodotto dal decadimento radioattivo naturale dell'Uranio, si trova in tutte le rocce, nei terreni e finanche nell'acqua. Esso, migrando dal suolo verso l'aria, inizia la sua opera radioattiva pericolosa e di danneggiamento al DNA.
Il gas Radon è rappresentato dal simbolo Rn e le sue caratteristiche sono le seguenti:
- numero atomico 86, peso atomico 222;
- è un gas emesso dalla materia;
- emanato da terreni e rocce in particolare di origine vulcanica (tufi, pozzolane, lave);
- è un gas radioattivo;
- è un gas inodore, incolore;
- è un gas chimicamente inerte (non prende parte alla reazione chimica);
- è un gas molto pesante, ca 7.5 volte più pesante dell'aria;
- è un gas moderatamente solubile in H2O;
- è un gas ad elevata solubilità nei liquidi organici;
- è un gas nobile, non è un elemento distinto, non è mescolato e/o non è aggiunto e per cui è impensabile immobilizzarlo e separarlo dalla materia;
- l'unità di misura è il Becquerel su metro cubo: Bq/mc (= 1 disintegrazione al secondo x mc);
- esistono 3 isotopi radioattivi in natura:
a) 219Rn: 3,96 sec dimezzamento, rischio sanitario trascurabile;
b) 220Rn: 56 sec dimezzamento, rischio sanitario relativamente nocivo;
c) 222Rn: 3.8 giorni dimezz., effetti sanitari non trascurabili (Giovani, Tunno); - figlio della famiglia dell'Uranio e nella fase di decadimento anche del Radio presente nelle rocce dei suoli;
- si forma dal decadimento del Radio con espulsione di una particella alfa mentre l'atomo di Rn rincula nella direzione opposta (Penzo);
- il 10-40% del Radon, che fuoriesce dai granuli, migra;
- migrando si accumula negli ambienti confinati al piano terra, interrati, o seminterrati, fino a raggiungere concentrazioni pericolose per la salute (seconda causa morte cancro al polmone);
- produce a sua volta elementi radioattivi che attaccandosi al pulviscolo possono venire respirati.
Provenienza e dove è possibile rilevare il gas Radon
Tunno T., "Mitigazione e riduzione del gas radon nei luoghi di vita e di lavoro. Casi di studio", 2023, Esperto di Radioprotezione II° - Esperto in interventi di risanamento radon, pg. 24
Prescindendo dalla formazione della nostra crosta terrestre, temi non di nostra competenza, il Radon è emesso in forma di gas dalle rocce e terre che contengono componenti dell'Uranio, Torio e Attinio. È anche presente nelle falde acquifere come gas disciolto. Esso migra verso la superficie attraversando il sottosuolo lungo le seguenti vie:
- faglie
- contatti litologici
- stratificazioni
- perforazioni
- gallerie e grotte
- sfruttando la porosità del terreno.
Semplificando, la fonte da cui diffonde il Radon è il SUOLO e quest'ultimo contribuirebbe per più del 90% (60-70% Penzo) della presenza nelle abitazioni (Nero et alii, 1990); quindi la presenza del citato gas nelle nostre abitazioni giunge dal terreno circostante, in funzione della porosità della roccia, della circolazione idrica ed infine del grado di fratturazione della roccia.
Suolo che, a seconda che si tratti di terreni composti da ghiaia grossolana o argilla satura d'acqua (terreni compatti di origine alluvionale), diffonde il Radon rispettivamente a elevate concentrazioni di Radon o a basse concentrazioni di Radon.
Occorre infine ricordare che vi sono altre fonti e sorgenti che contribuiscono alla diffusione del Radon negli ambienti chiusi, anche se in maniera trascurabile, e queste sono: per circa l'80% (15- 20% Penzo) da parte di alcuni materiali da costruzione (vedi allegato II, punto 8-9-10) per diffusione attraverso le pareti, soffitti e pavimenti, per circa l'1% dall'aria esterna per infiltrazione e per circa il 19% dall'acqua per diffusione. (Benincasa, Nuccetelli, Di Tullio, Giovani, Penzo)
Altre cause che incidono sulla concentrazione del Radon negli ambienti indoor sono:
- dall'edificio: materiali da costruzione, tipologia edificio, tecnica costruttiva, modo ed impiego locali e manutenzione dell'edificio;
- dalle condizione climatiche atmosferiche: temperatura, pressione barometrica, umidità e vento.
Il Radon è 7,5 volte più pesante dell'aria e, una volta entrato, tende ad accumularsi e a concentrarsi in quegli ambienti confinati e sotterranei a diretto contatto con il sottosuolo geologico:
"...(.).. in cantine, scantinati, garage sotterranei o crawl space con poca o nessuna ventilazione e anche nel mezzo del contatto diretto con il suolo naturale ...(.).. Poiché nessuna lastra di calcestruzzo è attualmente a tenuta di gas, il radon-222 alla fine attraversa l'interfaccia suolo/edificio attraverso porosità naturali, microfessure e crepe presenti nel calcestruzzo, o attraverso fori e spazi vuoti forniti (o aggiunti) per il passaggio di tutte le reti (acqua potabile, elettricità, gas, acque reflue, telecomunicazioni, pozzi canadese, geotermico, ..) poi arriva all'interno dei nostri habitat."
(fonte: https://www.espertogasradon.it/wp/2022/04/22/il-gas-radon-e-un-ancora- sconosciuto-ma-pericoloso-in-casa/)
Soggiorni, camere da letto, ambienti studio e di lavoro e locali hobby sono infatti i luoghi cui occorre rilevare e misurare la concentrazione di gas Radon per proteggersi dal pericolo invisibile.
Anche i piani superiori e rialzati rispetto al piano terra dell'edificio oggetto di studio devono essere rilevati e misurati ai fini della determinazione della concentrazione del Radon, perché alcuni materiali di origine vulcanica (lave, tufi, graniti, etc) se usati come rivestimenti all'interno di alcune stanze potrebbero contribuire a peggiorare la quantità di Radon indoor.
Cause e modalità della risalita del radon negli ambienti confinati
La depressione sostiene l'ingresso del gas (Giovani C., ARPA FVG)
La causa principale della risalita, dell'accumulo e della fluttuazione del Radon in termini di concentrazione negli ambienti confinati è la depressione che si viene a creare tra i locali abitati dell'edificio ed il suolo sottostante.
Più precisamente, è la differenza ∆ (delta) di depressione che si viene a produrre tra i locali abitati ed il suolo che condiziona la presenza massiccia del Radon nei piani più bassi e a contatto col terreno (interrati, seminterrati, piani terra, etc)
Si mette in moto, cioè, un'azione di aspirazione all'interno della casa, provocata appunto dalle differenze di pressione tra il suolo e l'interno dell'edificio, tanto da prodursi una forza di risucchio dell'aria naturale dal suolo sottostante, portandosi dietro così anche il pericoloso gas radioattivo che trova vie alternative per infilarsi tra crepe e cavillature.
A sua volta la depressione è indotta e influenzata dai seguenti fattori:
- in primo luogo dalla differenza di temperatura tra suolo e edifico, maggiore in inverno perché gli ambienti sono riscaldati;
- gli effetti della depressione si traducono nell'aspirazione dell'aria fredda dal suolo che contiene anche radon (cd. effetto camino);
- la presenza di aperture, come camini, finestre, lucernari, impianti d'aspirazione delle cucine, bagni, prese d'aria e vani ascensore, provoca un tiraggio aggiuntivo a quello dovuto alla semplice differenza di temperatura;
- dal vento, che può aggravare la concentrazione Radon, soprattutto se dotati di forza e di una costante presenza;
- presenza di ventilatori elettrici aspiranti negli ambienti, se l'approvvigionamento dell'aria dall'esterno è insufficiente;
- il tiraggio delle canne fumarie di stufe e caminetti non dotati di una presa d'aria esterna rafforza la differenza di pressione;
- la differenza di pressione può trovare forza anche attraverso gli impianti di scarico domestici di lavelli e lavandini.
Quindi, maggiore è la differenza della temperatura tra l'interno e l'esterno e maggiore sarà la depressione all'interno della casa.
Ovvio, quindi, che per orientare e deviare la risalita del Radon occorre intervenire dall'interno o dall'esterno dell'edificio, affinché tale gas radioattivo trovi vie alternative d'uscita e sbocchi naturali e/o impressi (De Tullio).
Vie di ingresso del radon negli ambienti confinati
Regione Veneto, "Il Radon in Veneto. Ecco come proteggersi. Guida pratica alla misurazione del radon e alla bonifica delle abitazioni", 2001, a cura ARPAV, Laboratorio srl, Milano, pg. 21
I punti di infiltrazione del Radon sono i più svariati e dipendono dalle condizioni in cui si trova l'edificio oggetto di risanamento e dell'ambiente circostante. Ma in generale possiamo elencare un insieme di vie d'ingresso più o meno presenti in tutti i casi:
- crepe, microfessure e fessure nelle pareti;
- presenza di giunti;
- presenza di camini;
- materiali porosi;
- pozzetti ed aperture di controllo a pavimento, presenza di pilette mal posate;
- piano di calpestio pavimentati in terra battuta, in ghiaia, in lastre di pietra, ciottoli e cotto;
- tubature presenti, incassate a pavimento e/o a parete mal sigillate;
- fori di passaggio cavi, soprattutto se vuoti;
- tubazioni e fognature;
- prese luce;
- intrusione di radon da acque sotterranee che canalizzano nelle fessure createsi nell'edificio;
- presenza di faglie;
- componenti costruttivi permeabili, come laterizi forati, muri in pietra e simili;
- presenza di pozzi da cui si raccolgono le acque (magari per alimentare impianti tecnologici);
- scarico acque degli impianti tecnologici;
- attraverso l'impianto idraulico che alimenta la doccia, anche collocata ai piani superiori;
- finestre a livello terra.
(De Tullio, Penzo)
L'unico metodo probatorio e sicuro per accertare la presenza e la quantità del gas radon in un edificio, residenziale e non, è procedere con una campagna di misurazioni presso l'edificio e in ben determinati ambienti mediante il posizionamento di appositi rivelatori e dosimetri passivi e attivi.
Il gas Radon lo si può misurare in aria, nel suolo, in acqua o in altri fluidi.
Le misure della concentrazione del Radon possono essere di due tipi: di breve periodo e di lungo periodo, rispettivamente impiegate per le fasi di screening atte allo scopo di ottenere una valutazione rapida dei livelli, mentre le seconde impiegate per una durata maggiore al fine di determinare la concentrazione media integrata annua.
Le misurazioni brevi possono durare anche poche ore, mentre le lunghe misurazioni vanno dai 3 ai 12 mesi.
Le tipologie di monitoraggio del Radon sono 3: (Penzo)
- Istantaneo (short term): unico prelievo, durata inferiore di 1 ora (per verificare vie di accesso Radon);
- Continuo: una serie di prelievi contigui tra loro;
- Lungo (long term): per periodi di lunga durata, continui, fino ad un anno. Fornisce concentrazione media annua.
Tuttavia, negli ambienti confinati poiché la concentrazione di Radon varia da zona a zona e varia in modo giornaliero, in quanto durante la notte la concentrazione è più elevata che di giorno, così come in inverno rispetto l'estate, è auspicabile eseguire misure con un lasso di tempo di almeno 12 mesi (6+6) per ottenere significativi riscontri.
Le misurazioni del Radon si possono eseguire con strumenti passivi o attivi, rispettivamente: Rivelatori passivi a tracce nucleari CR39 (1), Rivelatori passivi a tracce nucleari a stato solido CR39(2), Rivelatori ad elettrete, Camera a diffusione Enea e (Quarto) Rivelatori a scintillazione, a camera a ionizzazione a impulsi ed a stato solido al silicio.
Impedire l'ingresso del radon nelle abitazioni è l'obiettivo che occorre ottenere per risanare gli edifici e per far ciò bisogna: depressurizzare il suolo, ventilare il vespaio, pressurizzare l'edificio e sigillare tutte le vie d'ingresso, fessure e crepe. Del Radon che invece è già infiltrato nell'edificio occorre ridurre la concentrazione mediante: la diluizione con la ventilazione forzata/naturale e la filtrazione dell'aria.
Tali interventi si possono suddividere in attivi e passivi, sia per ciò che concerne gli edifici esistenti che per quelli di nuova costruzione mediante rispettivamente tecniche di rimedio e di riduzione del pericolo e tecniche di mitigazione preventive.
Di seguito un elenco più puntuale.
Per gli edifici esistenti abbiamo:
SISTEMI PASSIVI:
- depressurizzazione del suolo con tubo preforato passante sotto soletta ca e bocchette laterali;
- depressurizzazione del suolo sottostante l'edificio con pozzetti esterni al perimetro edificio;
- predisposizione di bocchette a parete per aerazione e tubo perforato passante (soletta c.a.);
- ventilazione naturale dell'intercapedine esistente con formazione di bocchette di aerazione;
- posa in opera di porte a chiusura ermetica;
- sigillatura delle canalizzazioni verticali, crepe, giunti, impianti, pavimentazione delle cantine e/o impermeabilizzazione della pavimentazione esistente.
SISTEMI ATTIVI:
- depressurizzazione del suolo con pozzo raccolta centrale sotto il pavimento (interno edificio) ed espulsione del gas mediante aspirazione condotto sul tetto del fabbricato;
- predisposizione di bocchette a parete e espulsione aria dalla cantina mediante aspiratore;
- ventilazione forzata dell'intercapedine esistente mediante bocchette di aerazione;
- ricambio d'aria del piano interrato con scambiatore di calore, mediante bocchette esterne di aspirazione ed espulsione e bocchette interne di immissione aria fresca e aspirazione aria viziata;
- aspirazione forzata dal vuoto sanitario (tipo igloo) e condotta d'espulsione gas in copertura;
- creazione di una leggera sovrappressione artificiale nell'edificio. (Giovani)
Per gli edifici nuovi abbiamo:
SISTEMI PASSIVI:
- sistema passivo in fondazioni con soletta controterra e canna di aspirazione portata a tetto;
- sistema passivo in fondazione con intercapedine, tubo perforato, membrana antiradon e canna di aspirazione portata a tetto;
SISTEMI ATTIVI:
- sistema attivo in fondazione con soletta controterra, tubo/canna di aspirazione e pompa aspirante nel sottotetto;
- sistema attivo in cui è programmata la ventilazione meccanica del vespaio;
SISTEMI STATICI
- prevede la posa di membrane impermeabili antiRadon. (Giovani + De Tullio)
Procedura e verifiche dell'efficacia
Tunno T., "Diagnostica prima e dopo l'intervento. Azioni di controllo. Verifica efficacia prima e dopo gli interventi", 2023, Esperto di Radioprotezione II° - Esperto in interventi di risanamento radon, pg. 2
Per verificare il buon risultato dell'intervento di risanamento effettuato occorre seguire protocolli di misurazione a più step (cicli OFF-ON-OFF), o fasi, che prevedono interventi a piccoli passi e dimensionamento degli stessi, misurazione intermedie sia con strumenti passivi (prima, brevi periodi) che attivi (dopo, per lunghi periodi), allungamento del periodo di misurazione per tipologia di interventi, ed effettuazioni di misurazioni in periodo invernale e nelle normali condizioni di utilizzo (con riscaldamento acceso).
Fase 1: si inizia con una prima fase in cui si stabiliscono le azioni di rimedio basiche, minime, e si stabilisce un periodo minimo di misura (short term) che deve essere contiguo e nel quale si imprimono azioni di disattivazione e attivazione del sistema (cicli OFF-ON-OFF).
Efficacia delle azioni ==> OK, esito positivo ==> verifica dopo 4 anni.
Efficacia delle azioni ==> KO, esito negativo ==> è indispensabile procedere con la fase 2.
Fase 2: occorre agire con successivi interventi di risanamento più efficaci e nella consapevolezza costi/benefici, per esempio allungare il periodo di misura per interventi di perfezionamento o dimensionamento impianto, ventilazione del vespaio da naturale a forzata, aumento del numero di bocchette di aerazione, aumento della potenza e/o portata degli aspiratori, etc;
- si ripete la campagna misure, possibilmente in inverno, con riscaldamento acceso e normale uso;
Efficacia azioni ==> OK, esito positivo ==> Test di efficacia Long Term + Ottimizzazione ==> verifica dopo 4 anni.
Efficacia azioni ==> KO, si procede con la fase 3........ sino a raggiungere i valori limiti di legge.
Schematicamente qui accanto la Verifica di Efficacia per l'ottimizzazione della bonifica
Adempimenti normativi per le abitazioni e i luoghi di lavoro
Decreto Legislativo 31 Luglio 2020, nr. 101
Con il D.Lgs 101/2020 si stabiliscono i nuovi livelli di esposizione (LdR) nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni (precedentemente non considerate) rispetto il D.Lgs 230/95: da 500 a 300 Bq/mc.
I livelli di riferimento (LdR) Radon che devono essere rispettati si distinguono in:
AMBIENTI DI VITA:
- 300 Bq/mc per le abitazioni esistenti;
- 200 Bq/mc per le abitazioni costruite dopo il 31/12/2024;
AMBIENTI DI LAVORO:
- 300 Bq/mc per luoghi di lavoro;
- LdR è fissato in 6 mSv in termini di dose efficace annua (art. 17, c. 4).
Con ambienti di lavoro si intende: luoghi di lavoro sotterranei, semisotterranei o situati al piano terra (aree prioritarie), stabilimenti termali, posizioni ove stazionano maggiormente gli operatori e luoghi di lavoro previsti dal PNAR.
E devono adempiere ai seguenti controlli:
- non supera LdR ==> misurazioni ogni 8 anni è documento contenente esito misure;
- si supera LdR ==> misure correttive per ridurre concentrazione, completate entro 2 anni e nuove misure verifica efficacia. Poi misure ogni 4 anni. (Penzo)
Mentre per gli ambienti di vita (residenze) in fase di misurazione, il D.Lgs 101/2020 prevede che le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano promuovano campagne e azioni per sensibilizzare i proprietari di immobili ad uso abitativo ad effettuare misure Radon.
Ovviamente, sono sollecitati quei proprietari di residenze le cui abitazioni hanno locali interrati e seminterrati, mentre le misurazioni saranno eseguite in quei locali ai piani più bassi dell'abitazione e quelle maggiormente esposte come le camere e i soggiorni dove la presenza è più frequente (Penzo, Trevisi, Benincasa)
Bibliografia
1.0 D.Lgs 31 Luglio 2020, n. 101
1.1 "Gas Radon. La normativa vigente". I decreti in Gazzetta Ufficiale;
1.2 "Esperto interventi di risanamento gas Radon", Tecnici&Professione, Ass. Naz. Donne Geometra;
1.3 "Il gas radon. Schede tecniche", Tecnici&Professione;
1.4 "Il gas radon negli edifici" Manuale.
1.5 Trevisi R., "Inquadramento normativo nazionale e declinazioni regionali. Riferimento al D.lgs 31 Luglio 2020, n. 101, D.L. 25 novembre 2022 n. 203 (GU n. 2 del 03.01.2023), Piano Nazionale Radon", 2023, INAIL Settore Ricerca e Certificazione;
1.6 Benincasa F., "Suolo e Radon: gli aspetti geologici, caratterizzazione del sito e dei territori, utilizzo dati mappature, campionamento del suolo e misure di concentrazione di radio. Metodi di misura flusso radon dal suolo, la struttura delle varie tipologie di terreno e l'influenza del radon", 2023, Geologo, Rilevatore pedologo;
1.7 Fiotti N., "Elementi di Medicina: le patologie dell'inquinamento indoor, il gas Radon e gli effetti sulla salute", 2023, Università degli Studi di Trieste;
1.8 Settimo G., "L'inquinamento Indoor e il gas Radon: spazi residenziali e pubblici", 2023, Istituto Superiore della Sanità;
1.9 Fiotti N., "Contaminanti dell'aria interna, ga radon e il loro impatto sulle patologie respiratorie e sulla salute in genere", 2023, Università degli Studi di Trieste;
1.10 Quarto M., "Metodologia della ricerca nell'area della prevenzione: fisica applicata apparecchiature, strumenti di misura e certificazione", 2023, Università degli Studi di Napoli Federico II;
1.11 Nuccetelli C., "Materiali da costruzione: sorgenti di esposizione al radon e alla radiazione gamma", 2023, Istituto Superiore di Sanità -Centro Nazionale di Radioprotezione e fisica Computazionale;
1.12 De Tullio G., "Principi di radioprotezione nei luoghi di lavoro: normativa e rischio sanitario", 2023, Centro Regionale Radioattività (CRR) ARPAC;
1.13 Lucchesi P., "Efficientamento energetico, case green. Direttive Europee e le buone pratiche. Bonus edilizi", 2023, Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati;
1.14 Gherri B., "Cenni sulla architettura bioclimatica (origini, esempi applicativi, strategie del passato e applicazioni attuali). Metodi e strumenti per il calcolo e la gestione della ventilazione naturale negli edifici (software e strumenti). I sistemi di certificazione ambientale e la valorizzazione della ventilazione naturale", 2023, Università di Parma;
1.15 Giovani C., "Radon: le fonti, la misura e casi studio in interventi di risanamento e prevenzione", 2023, Agenzia Protezione Ambientale (FVG);
1.16 Penzo S., "Strumenti passivi misure di lungo termine, strumentazione attiva, strumentazione specifica per la diagnostica del sito. Taratura della strumentazione", 2023, Istituto di Radioprotezione Enea;
1.17 Tunno T., "Mitigazione e riduzione del gas radon nei luoghi di vita e di lavoro. Casi di studio", 2023, Esperto di Radioprotezione II° - Esperto in interventi di risanamento radon;
1.18 Tunno T., "Diagnostica prima e dopo l'intervento. Azioni di controllo. Verifica efficacia prima e dopo gli interventi", 2023, Esperto di Radioprotezione II° - Esperto in interventi di risanamento radon;
1.19 Pampuri L., "Obiettivi, procedura e tecniche di risanamento, introduzione ai casi di studio", 2023, Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana - SUPSI;
1.20 Pampuri L., "Introduzione ai casi di studio. Casi di studio, manutenzione e monitoraggio", 2023, Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana - SUPSI;
1.21 Pampuri L., "Casi di studio: esercitazioni", 2023, Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana - SUPSI;
1.22 Murru M., "Normativa, aspetti legali, funzioni e responsabilità delle figure di coinvolte nel processo edilizio e manutentivo degli edifici", 2023, Avvocato cassazionista del Foro di Cagliari;
1.23 Verdi L., "Radon vs Indoor air quality vs efficienza energetica", 2023, Agenzia Provinciale per l'Ambiente;
1.24 D'Ambrosio F.R., "Rischio Radon e risparmio energetico. La ventilazione naturale. I criteri ambientali minimi", 2023, Università degli Studi di Salerno;
1.25 Fracastoro G.V., "Aerazione degli ambienti confinati. La ventilazione naturale negli edifici in relazione al gas Radon", 2023, Politecnico di Torino;
1.26 Mazza B., "Radon e valutazione dei materiali da costruzione", 2023, Associazione Nazionale Esperti Salubrità in edilizia;
1.27 Allegri P., "Qualità ambientale: bonifiche e mitigazione del gas radon. Psicologia ambientale e neuroarchitettura. Gli aspetti urbanistici, di valutazione e applicativi. Gli elaborati tecnici, gli adempimenti amministrativi e burocratici ai sensi della normativa vigente. Implicazioni delle interazioni criticità ambientali e gas radon: inpiduazioni, risoluzioni e manutenzioni. Qualità ambientale: bonifiche e mitigazione del gas radon. Aspetti di valutazione e strategie di inserimento nel mercato degli esperti in interventi di risanamento gas radon - 1/2ª parte", 2023, Associazione Nazionale Esperti Salubrità in edilizia.
1.28 Regione Veneto, "Il Radon in Veneto. Ecco come proteggersi. Guida pratica alla misurazione del radon e alla bonifica delle abitazioni", 2001, a cura ARPAV, Laboratorio srl, Milano
"La bioedilizia per tutti: inquinamento indoor"
Edoardo Venturini Architetto presenta:
Inquinamento indoor: un argomento sconosciuto le cui cause si celano negli ambienti delle nostre case e gli effetti attentano la nostra salute.